Lorem ipsum gravida nibh vel velit auctor aliquet. Aenean sollicitudin, lorem quis bibendum. Sofisticur ali quenean.

INSTAGRAM

Blog

  /  infertilità   /  agopuntura, infertilità e accompagnamento alla procreazione medicalmente assistita (PMA)

Si parla di Infertilità di Coppia, secondo la definizione dell’ Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) , quando una coppia non riesce a procreare dopo 12-
24 mesi di rapporti volutamente fecondi. L’ OMS valuta che circa l’ 8-10% delle
coppie ha problemi di sterilità. Su una scala mondiale significa che 50-80 milioni di
persone soffrono di questo problema. Tuttavia, l’ incidenza della sterilità può
variare da regione a regione. Ogni anno nel nostro paese 50.000 coppie chiedono
un consulto per infertilità e questa cifra continua a crescere. Le cause di infertilità
sono dovute per il 35,3% alla donna; per il 34,9% all’uomo e nel 15,6% dei casi i
problemi sono dovuti ad entrambi.
LE CAUSE DI INFERTILITÀ NELLA DONNA E LA DIAGNOSI
Il 15% circa delle donne è infeconda.
Vediamo brevemente quali sono le cause dell’infertilità e quali le analisi mediche
da effettuare.
Cause meccaniche
Sono le più diffuse, ma anche le più semplici da prevenire. Coinvolgono la normale
funzione di trasporto degli ovuli, degli spermatozoi o degli embrioni nelle tube.
Sono causate da infezioni sessualmente trasmissibili, come clamydia e gonococco,
e la prevenzione in questo caso è l’unica soluzione oltre a una diagnosi precoce.

I test infettivologici e il tampone vaginale (per ricerca di clamydia, ureaplasma,
micoplasma) servono per stabilire, tramite la ricerca degli anticorpi, se è avvenuta o
è in atto un’infezione delle vie genitourinarie. In caso di positività si esegue terapia
antibiotica, su entrambi i partner; in caso di infezione pregressa occorre valutare i
danni. Una causa meccanica importante di infertilità è l’endometriosi, la cui
diagnosi rimane a tutt’ oggi fondata sul sospetto clinico.
Cause ormonali
Gli scompensi ormonali ostacolano l’ ovulazione. La più nota è la sindrome
dell’ ovaio micropolicistico, causata dall’;eccesso di produzione di ormoni maschili.
In presenza di fattori quali irsutismo e acne, è bene indagare con un semplice esame
ormonale per dosare gli estrogeni. Tramite il dosaggio ormonale (FSH, LH,
Estradiolo, progesterone, ormoni tiroidei, prolattina, testosterone) si è in grado di
valutare l’età biologica dell’ovaio, capire se l’ovulazione avviene regolarmente e se
esistono anomalie dell’equilibrio endocrino.
Cause uterine
Le malformazioni della cavità uterina non solo ostacolano l’impianto dell’embrione,
ma spesso ne impediscono la crescita, provocando aborti spontanei.
La diagnosi di malformazione uterina avviene quasi sempre nel caso degli
accertamenti per la sterilità.
Comprendono:
utero setto
È una membrana, o nei casi peggiori una vera e propria parete interna, che divide in
due la cavità uterina. È causa di aborti spontanei ( in genere avvengono entro la 10°
settimana) ed è quindi molto importante diagnosticarla per tempo. La diagnosi
avviene molto spesso con una buona ecografia, e si può intervenire

chirurgicamente, tramite isteroscopia operativa, per correggerla.
fibromi o miomi
La presenza di fibromi sottomucosi (esposti verso la cavità uterina) è considerata
una probabile causa di abortività. Nel caso se ne riscontri la presenza, con diagnosi
ecografica o isteroscopica, è quindi molto importante rimuoverli chirurgicamente.
sinechie uterine .
Provocano l’adesione delle pareti della cavità uterina, impedendo l’insorgere della
gravidanza o provocando aborti. Possono formarsi in seguito a raschiamenti.
polipi
Piccoli tumori benigni, spesso asintomatici, occasionalmente provocano
sanguinamenti lontani dal ciclo mestruale. Sono di due tipi: polipi endometriali e
polipi cervicali. La loro comparsa dipende da fattori ormonali o da uno stato di
infiammazione

I principali esami diagnostici
Gli esami ormonali consistono nella ricerca nel sangue della quantità di ormoni che
regolano le funzioni principali di ghiandole (ipofisi e ovaie) ed organi (utero)
preposti alla funzione riproduttiva femminile. I più importanti sono FSH, LH,
Estradiolo, Progesterone. Si fanno in tutti i casi di infertilità.
Se le mestruazioni sono presenti si eseguono al 3° giorno del ciclo e 7 giorni dopo
la presunta ovulazione. Se le mestruazioni sono sempre assenti o sono rare qualsiasi
giorno è idoneo. Si fanno per seguire l’andamento delle stimolazioni ovariche, per
capire se l’ovulazione avviene al fine di individuare squilibri endocrini complessi
come la sindrome dell’ovaio policistico , disfunzioni dell’ipofisi o dell’ipotalamo,
menopausa precoce.

L’ecografia trans vaginale permette di visualizzare la nostra conformazione
interna, e di verificare se la cavità uterina è libera (da polipi, setti uterini). Permette
di stabilire la presenza di cisti ovariche, o focolai endometriosici. Purtroppo non è
altamente attendibile; dipende dalla qualità della macchina e dall’abilità
dell’operatore.
La laparoscopia è il più invasivo tra gli esami diagnostici dell’infertilità, si effettua
in anestesia generale, dalla durata di circa 15-20 minuti.

La fertilità femminile raggiunge il suo apice attorno ai 25 anni quando, per ogni
mese di rapporti sessuali non protetti la donna ha il 35% di possibilità di ottenere
una gravidanza. Diminuisce poi progressivamente soprattutto dopo i 35-40 anni,
periodo in cui la stessa percentuale scende rapidamente sotto il 10%.
I motivi biologici della diminuzione progressiva della fertilità femminile risiedono
nel fatto che il patrimonio ovocitario si costituisce già durante la vita intrauterina e
dalla nascita non è più in grado di rigenerarsi.
Ogni mese a livello ovarico iniziano a maturare un certo numero di follicoli tra i
quali viene selezionato quello che giunge a ovulazione; tutti gli altri progrediscono
in un processo di atresia. Pertanto da un numero di circa 300-400 mila ovociti al
menarca, si giunge con qualche centinaio di ovociti residui alla menopausa. Il
motivo per cui, con l’avanzare degli anni, gli ovociti diminuiscono la loro capacità
di portare a un embrione in grado di crescere, è probabilmente legato
all’invecchiamento cui la cellula è sottoposta. Sembra che aumentino le possibilità
di una mancata disgiunzione dei cromosomi durante i processi di divisione cellulare
che portano alla formazione dei gameti maturi. Con la fecondazione si formano
pertanto embrioni con patrimonio genetico errato, che nella maggior parte dei casi

non danno alcun segno di sé. Per questo è molto probabile che la gravidanza
appena iniziata esiti in aborto.
La più comune causa di aborto spontaneo è infatti la presenza di anomalie
cromosomiche nell’ovocita fecondato. Una donna di 20 anni ha un rischio di aborto
del 12-15%, mentre tale rischio sale al 40% per una donna di 40.
Le tecniche di fecondazione artificiale permettono alle pazienti di aumentare le loro
possibilità di gravidanza tramite il trasferimento contemporaneo in utero di un
numero massimo di tre embrioni, rispetto a uno unico che si formerebbe in seguito
a un rapporto sessuale: vi sono quindi maggiori possibilità che tra questi ve ne sia
uno con capacità evolutiva tale da dar luogo a una gravidanza.
Dai dati pubblicati nel Registro Nazionale Italiano della Procreazione
Medicalmente Assistita del 2005, risulta che per la FIVET le percentuali di
gravidanza per ciclo iniziato sono pari al 31,1% in pazienti con meno di 29 anni,
per poi passare al 18,4% tra i 35 e i 39 anni, al 9% tra i 40 e i 44 anni e allo 0%
nelle over 45. Come si vede da questi numeri, i tassi di successo diminuiscono con
l’età: nella fecondazione in vitro non solo l’uso di un ovocita “datato”, ma anche la
diminuzione della capacità di risposta alla stimolazione ormonale, limitano il
numero di gravidanze ottenute.
Infatti, un ulteriore problema delle donne in età più avanzata, è il rischio che, in
seguito alla terapia, non si sviluppi un adeguato numero di follicoli. Per cercare di
personalizzare il più possibile il protocollo di stimolazione si possono eseguire dei
dosaggi ormonali e un’ecografia nei primi giorni del ciclo mestruale, senza
comunque che questi accertamenti forniscano una predizione sicura di buona
risposta e soprattutto di gravidanza.

LE CAUSE DI INFERTILITÀ MASCHILE E LA DIAGNOSI
L’infertilità maschile può essere causata da difetti relativi alla produzione
emissione e funzionalità degli spermatozoi e rappresenta circa il 35% delle cause di
infertilità nella coppia. È importane raccogliere un’anamnesi del paziente molto
accurata in cui si indagherà su eventuali infezioni genito-urinarie pregresse o in
atto; malattie come la varicella, morbillo e parotite, malattie sessualmente
trasmesse, precedenti interventi chirurgici o traumi a livello genitale. Anche lo stile
di vita (alcool, fumo, droghe, lavori a rischio) e fattori ambientali, possono giocare
un ruolo importante. Il varicocele può determinare un deficit nella mobilità degli
spermatozoi. Anche dosaggi alterati di FSH, LH, PRL e testosterone possono
influire sul processo di produzione degli spermatozoi. Nel 10% dei casi non si
riesce ad identificare la causa dell’infertilità, la cosiddetta “infertilità inspiegata” è
naturalmente una delle indicazioni alla riproduzione medicalmente assistita.
La diagnosi
Lo spermiogramma è l’indagine di base nello studio del liquido seminale e della
sterilità maschile. Nell’iter diagnostico della coppia sterile, quindi, lo
spermiogramma è una delle prime indagini da eseguire. Valuta se il numero degli
spermatozoi nell’eiaculato è normale, se il loro movimento è adeguato e se hanno
forma regolare. Ha i seguenti limiti: non permette di sapere con certezza se il
paziente è sterile o fertile (ad eccezione di alcune condizioni estreme come
l’azoospermia); le tecniche impiegate per eseguire lo spermiogramma non sono
standardizzate e frequentemente, sono molto diverse da laboratorio a laboratorio,
poiché l’interpretazione dei risultati è soggettiva

I valori normali degli spermatozoi dovrebbero essere;
concentrazione: più di 20 milioni per millilitro
motilità progressiva e veloce: più del 30%
morfologia normale: più del 50%
La spermiocoltura eseguita sul liquido seminale serve per individuare eventuali
infezioni genito-urinarie.
I dosaggi ormonali sul sangue dell’FSH, LH, prolattina e testosterone vengono
effettuati perché i livelli alterati di questi ormoni possono influire sul processo di
produzione degli spermatozoi.
L’ecografia prostatica e del testicolo serve per individuare eventuali anomalie
anatomico-funzionali, la presenza di spermatozoi nell’epididimo (organo in cui gli
spermatozoi vengono accumulati) o nel testicolo.
L’ immunobead test (IBT) ed altri test immunologici si effettuano per evidenziare
l’eventuale presenza di anticorpi anti-spermatozoi.
Infine lo studio del cariotipo permette, come nella donna, di rilevare eventuali
anomalie a carico degli spermatozoi.

LA TERAPIA DELL’INFERTILITÀ
Stimolazione ormonale semplice.

consiste nel somministrare alla donna dei farmaci ormonali per stimolare
l’ovulazione quando non si verifica, oppure per indurre la crescita follicolare
aumentando così le possibilità che avvenga l’impianto dell’ovulo nell’utero. La
terapia ormonale è usata anche nell’uomo con buoni risultati quando l’infertilità è
dovuta a deficit ormonali maschili.
Terapia chirurgica:
può essere utile quando il danno tubarico è lieve. Oggi si ricorre sempre meno a
questo tipo di terapia, perché le tecniche di riproduzione assistita offrono risultati
migliori. Nell’uomo la terapia chirurgica consiste nel curare i casi di varicocele.
Tecniche di riproduzione assistita:
si intendono quelle metodiche che, intervenendo più o meno direttamente sui
gameti e-o embrioni, intendono ripristinare la fertilità della coppia sterile.
Benché l’inseminazione intrauterina sia una tecnica introdotta già da molto tempo,
il termine riproduzione assistita cominciò ad essere utilizzato con l’avvento della
FIVET in quanto si interviene sia sui gameti che sugli embrioni.
Tutte le tecniche di fecondazione assistita presuppongono la preparazione del
liquido seminale, cercando cioè di utilizzare gli spermatozoi migliori resi idonei a
fecondare (capacitazione). Attualmente le tecniche di capacitazione più utilizzate
sono lo SWIN-UP da Pelletb ed il mini-Percoll. Lo Swim-up sfrutta la capacità
dello spermatozoo di migrare con i loro movimenti attivi in un mezzo di coltura che
sovrasta la massa (Pellet) degli spermatozoi concentrati sul fondo di una provetta
dopo centrifugazione. Il metodo di Percoll si basa sulla selezione passiva degli
spermatozoi migliori che per motilità e per morfologia si raccoglieranno sul fondo
della provetta.

Le tecniche di riproduzione assistita più diffuse sono:
IUI (inseminazione intrauterina)
GIFT (gamete intra-Fallopian Tranfert)
FIVET(fertilizzazione in vitro ed embryo transfer)
ICSI (intracitoplasmatic sperm injection)
PESA ( percutaneous epididymal sperm aspiration)
TESA (percutaneous testicular sperm aspiration)

IUI-INSEMINAZIONE INTRAUTERINA
L’inseminazione intrauterine viene generalmente eseguita per i casi di infertilità
inspiegata in cui la follicologenesi non è seriamente compromessa, nei casi in cui
una o ambedue le tube sono pervie, nei casi di ostacoli nel canale cervicale e nei
casi in cui i parametri seminali appaiono normali.
Può dare dal 10% al 15% di gravidanze per tentativo. L’inseminazione intrauterina
comporta una moderata stimolazione farmacologica della crescita follicolare
multipla. Si effettuano controlli ecografici e dosaggi ormonali per eseguire
l’andamento dell’ovulazione durante il trattamento. Infatti, in coincidenza
dell’ovulazione, il partner maschile produrrà un campione di liquido seminale i cui
spermatozoi, dopo opportuno trattamento, vengono trasferiti nella cavità uterina.
Può essere omologa o eterologa.

GIFT-GAMETE INTRA-FALLOPIAN TRANSFER
Prevede la stimolazione della crescita follicolare multipla, attraverso la

somministrazione di farmaci ormonali, ed il contemporaneo trasferimento di
ovociti e spermatozoi all’interno della tuba. Presuppone che le tube siano
perfettamente funzionanti e che il seme non sia patologico. Gli svantaggi sono
dovuti soprattutto alla necessità di un intervento laparoscopico per trasferire ovociti
e spermatozoi nella tuba e all’impossibilità di osservare direttamente l’avvenuta
fecondazione. Tutti questi svantaggi limitano molto l’uso di questa tecnica, che
oggi è poco utilizzata.

FIVET-FERTILIZZAZIONE IN VITRO ED EMBRYO TRANSFER
Una metodica molto diffusa che consente il trattamento di diverse disfunzioni sia di
tipo maschile che femminile. Si utilizza nei casi in cui le tube sono chiuse o non
funzionano, nei casi di infertilità inspiegata, nei casi di sterilità maschile di media
entità o nei casi in cui le inseminazioni intrauterine hanno fallito. La FIVET
comporta numerose fasi, ognuna delle quali è fondamentale per la buona riuscita
della tecnica :
-stimolazione della funzione ovarica
-prelievo di ovociti
-inseminazione in vitro
-coltura degli embrioni
-trasferimento di pre-embrioni
La prima fase consiste nella stimolazione della funzione ovarica in modo da
ottenere una crescita follicolare multipla che consente la formazione in un singolo
ciclo di un certo numero di pre-embrioni, aumentando quindi le probabilità

complessive di gravidanza. Vengono somministrati dall’esterno ormoni di natura
analoga all’FSH ed LH a diversi dosaggi per ottenere la crescita follicolare, viene
attentamente controllata tramite esami ecografici e dosaggi nel sangue
dell’estradiolo. Il monitoraggio della crescita follicolare ha lo scopo di determinare
il momento più opportuno per il prelievo degli ovocito ed evitare una eccessiva
stimolazione. Nel momento in cui un numero sufficiente di follicoli raggiunge una
crescita adeguata,viene indotta la fase finale di maturazione follicolare tramite la
somministrazione dall’esterno dell’HCG. Dopo circa 36 ore dalla somministrazione
dell’HCG si effettua il prelievo degli ovociti dai follicoli ovarici. Si procede, sotto
controllo ecografico ed in anestesia locale, tramite un ago fatto penetrare attraverso
la parete vaginale destra e sinistra. Contemporaneamente il liquido seminale viene
adeguatamente preparato ed utilizzato per inseminare gli ovociti prelevati. Gli
ovociti e gli spermatozoi vengono messi a contatto, in laboratorio, per circa 16-18
ore. Dopo questo periodo si accerta l’avvenuta fecondazione in vitro. Gli ovociti
che sono stati fecondati vengono mantenuti in coltura per altre 24-48 ore durante le
quali cominciano le primissime fasi di sviluppo dando origini a pre-embrioni,
ciascuno formato da 2-8 cellule. Questa fase ha lo scopo di individuare i pre-
embrioni con la più elevata capacità di sviluppo. A 48-72 ore dal prelievo degli
ovociti , i pre-embrioni scelti tra quelli di migliori qualità vengono trasferiti
nell’utero della donna attraverso l’inserimento dal canale cervicale di un catetere .
Il transfer risulta in genere rapido ed indolore. Il successo della FIVET dipende sia
dalla qualità degli embrioni trasferiti in vitro ma anche dalla capacità dell’utero de
accoglierli. Ciascun pre-embrione però può impiantarsi indipendente dagli altri.
Trascorsi 14 giorni dal transfer l’esito del trattamento viene inizialmente
evidenziato tramite il dosaggio della BHCG.

ICSI-INTRACYTOPLASMATIC SPERM INJECTION
Garantisce una maggior percentuale di successi nei casi di infertilità maschile di
grave entità. Consiste nell’iniezione di un singolo spermatozoo all’interno
dall’ovocita. La fase di stimolazione e di prelievo degli ovociti è simile a quella
della FIVET. Una volta prelevati gli ovociti si procede alla microiniezione dello
spermatozoo all’interno dell’ovocita. Una volta formati gli embrioni vengono
trasferiti nella cavità uterina.

AGOPUNTURA E STERILITÀ

L’agopuntura è stata usata per secoli in Cina per regolare il sistema riproduttivo
femminile. Il tema della sterilità è stato affrontato già nella I Jing , scritto circa
3000 anni fa. Il Nei Jing, scritto durante il periodo degli Stati Combattenti, ha
descritto i meccanismi che causano l’infertilità ( Lin CS, 2008).

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese l’accoppiamento è il risultato della
fusione di due opposti che contengono elementi l’uno dell’altra. Infatti, l’uomo
appartiene allo yang, ma alcuni aspetti della sua fisiologia sono yin; mentre la
donna appartiene allo yin, ma alcuni aspetti della sua fisiologa sono yang. Affinché
avvenga il concepimento, oltre l’incontro tra questi due opposti, è necessario
l’equilibrio fra tre sostanze vitali dette i “tre tesori”, il jing, il qi e lo shen .Essi sono
presenti nel corpo dell’uomo e della donna ma la fisiologia della donna è
imperniata sul sangue,  xue, che scorre nei vasi ; mentre quella dell’uomo
sull’energia, il qi, che circola lungo i canali. Il jing, il qi congenito, trasmesso alla
nascita ad ogni uomo e non modificabile, ha un ruolo fondamentale nella
procreazione perché è responsabile della rigenerazione continua, dello sviluppo
dell’organismo e della creazione di un nuovo individuo. Il  jing viene
immagazzinato nel Rene.
Al momento del concepimento il punto dove appare la vita, ovvero l’ordine per
mezzo del quale il Cielo chiama l’uomo all’esistenza, è il Ming Men, appunto
“porta della vita”. Il suo punto corrispondente esterno è situato fra i due punti
BL23 shen shu, che corrispondono al Rene, luogo in cui nasce la yuan qi, che
genera la vita. Esso presiede al controllo delle attività intellettuali, spirituali ed
emozionali, alle attività funzionali di base degli organi e alla funzione sessuale e
riproduttiva. Secondo queste premesse l’infertilità per la MTC è il risultato di
diversi tipi di sindromi da eccesso o da deficit. Tra le cause da eccesso la più
comune è il deficit di yin di Rene, spesso associato a deficit yin di Fegato, che
creano l’incapacità alla procreazione legata alla debolezza della forza procreatrice
jing. Altra causa di infertilità può essere un deficit costituzionale o acquisito di
sangue di Milza-Cuore e Fegato ,che crea una mancanza di nutrimento a livello

degli organi riproduttivi o un deficit di yang di Rene-Milza a cui consegue una
mancanza di dinamizzazione delle energie vitali. Le cause da eccesso sono il
risultato di un ostacolo alla circolazione di qi e sangue, da freddo o da mancata
dinamizzazione da parte del fegato, questa stasi fa si che l’utero non possa
riempirsi. Il ristagno di xue si trova infatti nelle donne con endometriosi, che
possono venir trattate con agopuntura. L’accumulo può essere, infine, il risultato di
una sindrome da calore umidità, che crea un blocco a livello pelvico tale da non
permettere la corretta circolazione di qi e sangue (Zhou J, Qu F 2009).
Sono stati postulati tre possibili meccanismi fisiologici per spiegare il modo in cui
l’agopuntura interviene nella cura dell’infertilità. L’agopuntura può mediare il
rilascio di neurotrasmettitori, che a loro volta stimolano il rilascio di gonadotropine,
influenzando così il ciclo mestruale, l’ovulazione e la fertilità. Può stimolare il
flusso sanguigno verso l’utero, inibendo l’attività del sistema nervoso simpatico.
Infine può stimolare la produzione di oppioidi endogeni, che possono inibire il
sistema nervoso centrale e la risposta agli stress biologici. È proprio sulla base di
queste concezione che si fondano i protocolli di ausilio alle metodiche di
procreazione assistita, che hanno lo scopo di facilitare l’attecchimento dell’ovulo
fecondato e di creare le condizioni favorevoli al trasferimento dell’embrione.

PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI

Abbiamo analizzato gli articoli presenti nella letteratura scientifica recente in
merito al rapporto tra la fecondazione assistita e il contributo che ad essa può dare
l’agopuntura.
La review più importante che si trova in letteratura in merito a questo argomento è

un lavoro pubblicato sul BMJ (Manheimer E, Zhang G 2008) che ha l’obiettivo di
valutare se l’agopuntura migliora i tassi di gravidanza e parto se utilizzata come
trattamento adiuvante al trasferimento di embrioni in donne sterili sottoposte a
FIVET. Gli studi inclusi in questo lavoro sono stati quelli randomizzati e controllati
con agopuntura sham o nessun trattamento, e i lavori in cui la tecnica di agopuntura
utilizza l’inserimento degli aghi nei punti dei meridiani tradizionali. Sette studi
randomizzati e controllati per un totale di 1366 pazienti sono risultati idonei ai
criteri di inclusione. In tutti gli studi le donne sono state sottoposte ad agopuntura
immediatamente prima o immediatamente dopo il trasferimento dell’embrione.
Tutti i lavori usano una selezione fissa di agopunti per tutti i pazienti, ed in tutte le
prove la sessione di agopuntura è durata 25-30 minuti. Non è stata utilizzata
l’elettroagopuntura. Le prove avevano generalmente elevata validità in termini di
procedure e di randomizzazione e follow-up dei partecipanti. La revisione
suggerisce che l’agopuntura utilizzata durante il trasferimento di embrioni migliora
i tassi di gravidanza e numero dei nati vivi nelle donne sottoposte a fecondazione in
vitro. L’odds ratio di 1,65 suggerisce che l’agopuntura ha aumentato la probabilità
di gravidanza del 65% rispetto al gruppo di controllo. La review conclude che i dati
sono clinicamente significativi e rilevanti ma ancora in qualche modo preliminari.
Studi futuri dovrebbero aderire alle linee guida CONSORT e le linee guida
sviluppate per gli studi sulla fertilità e valutare un protocollo di agopunti.
Come commento a questa revisione viene pubblicato sempre sulla stessa rivista
(Mike Clark 2008) un articolo dal titolo “Buono, ma non perfetto” che si concentra
sul riesaminare i metodi utilizzati nelle review rivendicando il desiderio di avere
un parere indipendente sull’affidabilità dei risultati. L’autore, direttore della
Cochrane UK critica l’aver incluso troppe fonti al fine di ammettere più studi

possibili alla ricerca per poter più facilmente giustificare la tesi proposta, ciò
aumenterebbe l’impatto dei bias di pubblicazione. Afferma che la revisione di
Manheinmer e colleghi è una buona revisione ma non è perfetta come ogni
pubblicazione in ambito sanitario.
Nello stesso anno viene pubblicata un’altra review (El-Toukhy T, Sundakara SK
2008) che vuole verificare la validità dell’agopuntura nell’aumentare i tassi di
gravidanza in donne sterili durante la fertilizzazione in vitro (IVF). Tredici studi
sono stati ritenuti validi secondo i criteri di inclusione con un totale di 2500 donne.
Non è stata trovata nessuna evidenza di bias (indice di Begg, P = 0,50). Cinque
studi valutano il risultato della IVF utilizzando l’agopuntura intorno al periodo di
prelievo degli ovociti, mentre per 8 studi l’agopuntura è stata eseguita intorno al
periodo di trasferimento dell’embrione (ET). La meta analisi di tutti gli studi non
ha evidenziato un aumento significativo del tasso dei nati vivi. Per cui la revisione
conclude che la letteratura disponibile non fornisce sufficienti elementi per poter
sostenere la tesi che l’agopuntura migliora le percentuali di gravidanza durante
IVF.
Un mese dopo la stessa Cochrane pubblica una review (Cheong YC, Hung Ng E
2008) che analizza 16 studi randomizzati e controllati di cui 13 ritenuti validi
secondo i criteri di inclusione della revisione. Gli studi idonei alla selezione hanno
incluso lavori su coppie sterili sottoposte a solo ART (trattamento di riproduzione
assistita), ART più agopuntura vera , ART contro placebo o agopuntura sham. La
meta analisi è stata effettuata utilizzando l’odds ratio ed evidenzia il beneficio
dell’agopuntura sul tasso dei nati vivi quando eseguita il giorno del trasferimento
degli embrioni (ET), non vi è evidenza di beneficio quando l’agopuntura è
utilizzata 2-3 giorni dopo l’ET o durante il periodo di prelievo di ovociti. La

conclusione degli autori mostra dunque un effetto positivo dell’agopuntura sul
tasso dei nati vivi, ma sottolinea che le prove presenti potrebbero essere attribuite
all’effetto placebo o al piccolo numero di donne incluse negli studi.
Ancora nel 2008 viene pubblicata una review dal dipartimento di Ostetricia e
Ginecologia dell’università di Hong Kong ( Ng EH, So WS, 2008). Questo lavoro
evidenzia come non ci siano prove sufficienti a sostegno del ruolo dell’agopuntura
sull'infertilità maschile, poiché la maggior parte degli studi non controllati sono
case report o serie di casi in cui la dimensione del campione risulta troppo piccola.
Nonostante queste lacune l’ agopuntura può essere considerata come efficace nel
diminuire il dolore durante il prelievo di ovociti nelle pazienti in cui è
controindicato l’ uso dell’ anestesia. Inoltre il tasso di gravidanza nella fecondazione
in vitro è notevolmente aumentato, soprattutto quando l’ agopuntura viene
somministrata il giorno dell’ET. La conclusione di questo lavoro sottolinea
l’ esistenza dell’ utilità dell’agopuntura nella gestione dell’ infertilità ma evidenzia
come la sua efficacia sia rimasta controversa.
Nel 2009 viene pubblica su Fertil Steril uno studio americano con l’ obiettivo di
replicare ai precedenti lavori sull’ efficacia effettiva dell’agopuntura nell’ aumentare i
tassi di gravidanza e per determinare se tale aumento sia in realtà dovuto ad un
effetto placebo (Domar AD, Meshay I, Kelliher J 2009). Lo studio include 50
pazienti per cui è in programma l’ ET. Le donne incluse sono state randomizzate a
ricevere sia l’ agopuntura che nessuna terapia per il gruppo di controllo. Le pazienti
hanno ricevuto un protocollo di agopunti per 25 minuti prima e dopo l’ET. Tutti i
soggetti hanno poi completato questionari per valutare ansia e ottimismo. Nei
risultati dello studio non appaiono differenze significative nei tassi di gravidanza
tra i due gruppi, le pazienti hanno riportato significativamente meno ansia post

transfert e riferito di sentirsi più ottimiste circa la riuscita dell’ ET. La conclusione
del lavoro è che l’ uso dell’ agopuntura nei pazienti sottoposti a fecondazione in vitro
non è stata associata ad un aumento dei tassi di gravidanza ma esse erano più
rilassate e ottimiste.
Anche l’ elettroagopuntura è stata utilizzata per osservarne l’ effetto sulla qualità
degli ovociti e sull’ esito della gravidanza in pazienti con scarsa risposta ovocitaria o
diminuzione della riserva in corso di IVF (Chen J, Liu LL 2009). Sono state
studiate 60 donne, randomizzate in un gruppo di osservazione ed un gruppo di
controllo (30 casi per ciascun gruppo). L’ elettroagopuntura è stata applicata sui
punti CV4, Guanyuan, KI3, Taixi, SP6, Sanyinjiao. Dopo il trattamento i livelli di
estradiolo, il tasso di fecondazione, il tasso di maturazione degli ovociti, la buona
qualità degli embrioni, il tasso di impianto nel gruppo di osservazione erano
superiori a quelli del gruppo di controllo. Dunque questo studio conclude come
l’ elettroagopuntura ha un buon effetto clinico nelle pazienti con scarsa riserva
ovarica sottoposte a IVF e può migliorare la qualità degli ovociti e l’ esito della
gravidanza.
Un ulteriore lavoro americano valuta l’ influenza della vera agopuntura contro la
sham sui tassi di gravidanza ( Moy I, Milad MP 2010). Centosessanta pazienti con
età inferiore a 38 anni sono state casualmente assegnate al gruppo di agopuntura
vera o sham e hanno subito la terapia prima o dopo ET. Non vi era alcuna
differenza significativa tra i gruppi dello studio rispetto ai tassi di gravidanza.
Differenze significative ci sono state sulla percezione del dolore durante la seduta
di agopuntura vera percepita più faticosa e dolorosa. Non ci sono stati significativi
effetti avversi osservati durante lo studio, il che suggerisce che l'agopuntura è
sicura per le donne in fase di ET.

Il più recente studio prospettico, randomizzato, controllato e in doppio cieco
presente in letteratura ( Andersen D, K Loss 2010 ) include 635 pazienti in corso di
FIVET o ICSI. Su 314 donne il trasferimento di embrioni è stato accompagnato da
agopuntura secondo i principi della MTC. Nel gruppo di controllo 321 pazienti
hanno ricevuto l’ agopuntura sham. Nel gruppo agopuntura vera e nel gruppo
placebo i tassi di gravidanza sono stati rispettivamente del 27% e 32%. I tassi di
natalità del 25% e 30%. Le differenze non sono apparse statisticamente
significative. Questi risultati suggeriscono che l’ agopuntura utilizzata in
correlazione al trasferimento di embrioni non ha alcun effetto sull’esito della
FIVET o dell’ ICSI.
Nel 2009 appare su BMJ un interessante lavoro australiano che pone l'accento su un
aspetto spesso trascurato dalle metodiche di fecondazione assistita, valuta cioè la
percezione che le donne sterili hanno rispetto al loro stato di salute utilizzando
l'agopuntura durante la FIVET ( De Lacey S, CA Smith 2009) .E’ stato analizzato
un campione di 20 donne sottoposte ad un minimo di 4 sedute di agopuntura
utilizzando un questionario semi-strutturato. Questo studio, pur limitato ad un
campione ristretto , conferma che l’ agopuntura viene percepita dalle donne sterili
come un aiuto al loro stato di salute e benessere inteso come resistenza allo stress e
capacità di recupero personale e sociale.
A sostegno di questa tesi vi è un ulteriore studio ( Coley M, Smith C 2005) i cui
risultati suggeriscono come lo stato di salute e benessere psico-fisico delle donne
sottoposte a FIVET migliori utilizzando il solo punto ST36 . Per le pazienti incluse
la diagnosi più comune è stata di deficit di yang di Rene (53,9%). I risultati
suggeriscono come questo aspetto della salute sia trascurato durante la IVF e come
l'agopuntura riesca a sopperire a questa carenza della pratica clinica.

Anche i dati di un recente lavoro australiano (Kovarova P, CA Smith 2010)
suggeriscono che l'agopuntura migliora le condizioni psichiche nelle donne che
subiscono il processo di stress cui la IVF le sottopone.
Accanto a questi studi ve ne sono altri (Huang ST, Chen AP 2008; Smith JF,
Eisenberg ML 2010) che mettono in risalto la crescente popolarità di tutta la MTC
utilizzata nella terapia dell'infertilità e come sia per questo necessario analizzare i
pro e i contro di un approccio integrato della medicina occidentale con il sapere
della MTC così che la qualità di entrambi i saperi medici diventi una tendenza nella
pratica clinica e possa servire per conoscere il metodo migliore per trattare
l'infertilità.
Nella letteratura più recente compaiono anche lavori relativi all’ uso dell’ agopuntura
nell’ approccio all’ infertilità maschile ed in particolare nell’ oligoazospermia. Il
primo lavoro in merito a questo argomento (Siterman S, Elter F 2009) è condotto
su pazienti con iperemia scrotale causata da infiammazione del tratto genitale cui
consegue oligospermia e vuole verificare se l’ uso dell’ agopuntura possa influenzare
la produzione degli spermatozoi. Sono inclusi 39 uomini, contro un gruppo di
controllo che comprende 18 uomini fertili utilizzato per definire la soglia (30.5 °C)
oltre la quale la temperatura della pelle dello scroto è stata considerata elevata. La
temperatura dello scroto e la concentrazione degli spermatozoi sono stati misurati
prima e dopo il trattamento con agopuntura. Ogni paziente del gruppo sperimentale
ha subito un ciclo di 8-10 sedute di agopuntura (due a settimana), della durata di 25
minuti. In conformità con i principi di agopuntura tradizionale i punti utilizzati
sono quelli relativi alla diagnosi di deficit di Rene e sindrome da calore umidità:
SP6, KI4, LU7, KI6, ST30 per entrambe le sindromi. KI3, BL23, KI11 e BL52
sono stati aggiunti per la sindrome da deficit di yang di Rene, SP9, LU5, LI11,

ST28, GB41 sono stati utilizzati per eliminare il calore umidità nel apparato
genitale. Con ogni probabilità l’ agopuntura stimola la risposta immunitaria del
corpo contro il microrganismo patogeno riducendo l’ infiammazione scrotale. Per
cui lo studio conclude che pazienti con oligoazospermia con infiammazione del
tratto genitale associata ad iperemia scrotale possono trarre beneficio
dall’ agopuntura.
Un altro lavoro prospettico, randomizzato e controllato contro placebo (Dieterie S,
Li C 2008) dell'università tedesca di Witter studia gli effetti dell'agopuntura nei
pazienti infertili con oligoazospermia grave. Include 28 uomini infertili ed
evidenzia in tutti una percentuale significativamente più elevata di spermatozoi
mobili, ma nessun effetto sulla concentrazione spermatica dopo agopuntura rispetto
alla sham (placebo).
Un ultimo recente lavoro ci propone il punto di vista degli stessi agopuntori del
Regno Unito circa la loro esperienza clinica e la loro percezione sull’efficacia
dell’ agopuntura utilizzata per il trattamento dell’ infertilità (M Bovey, Lorenc A
2010). A questo scopo sono stati inviati questionari a 2.580 agopuntori. Dalle 861
risposte, si evince che per il 15% dei medici l’infertilità costituisce gran parte del
loro carico di lavoro. Oltre il 60% degli agopuntori ha una formazione specifica
sull’ argomento e utilizza protocolli di agopunti comuni (70 %). Si evidenziano
pareri comuni in merito a benefici percepiti dai pazienti sulla riduzione dello stress
e sulla regolazione del ciclo mestruale. L’uso dell’agopuntura è raro nei problemi
di infertilità maschile.

CONCLUSIONI

La letteratura scientifica è sicuramente interessata e attenta al rapporto tra
agopuntura e infertilità come testimoniano i numerosi articoli pubblicati negli
ultimi anni su questo argomento.
La maggior parte degli studi evidenzia l’aumento dei tassi di gravidanza nelle
pazienti sottoposte ad agopuntura lo stesso giorno dell’ET, ma i risultati appaiono
ancora controversi. Nonostante gli esiti positivi resta quindi necessario
implementare sia il numero delle donne arruolate sia la quantità e la qualità degli
studi.
Anche per quanto riguarda l’infertilità maschile i lavori, se pur in numero esiguo,
evidenziano un risultato positivo nell’aumento del numero e della mobilità degli

spermatozoi nei pazienti con oligoazospemia.
Diversi sono poi i lavori che sottolineano l’aiuto psicologico che l’agopuntura ha
nel sostegno alle donne che si avvicinano al difficile cammino a cui la IVF le
sottopone.
L’aiuto che l’agopuntura può dare alle coppie infertili è dunque concreto ma va
ricordato che essa è solo un aspetto parziale del contributo che la MTC può dare
con le metodiche delle ginnastiche cinesi e della farmacologia che in Cina resta il
primo approccio al problema dell’infertilità.

Leave a Comment: